Adamo ed Eva: con FUD tutta un’altra storia!
24 Febbraio 2025
La storia la conosciamo tutti: un giardino perfetto, due esseri umani nuovi di zecca e un serpente fin troppo insistente. Poi la mela, il morso proibito e il grande esodo. Ma se vi dicessimo che le cose sono andate in modo un po’ diverso?
Adamo ed Eva, ecco la vera storia.
Era una giornata perfetta nel Paradiso Terrestre. Il sole splendeva, gli uccelli cantavano e l’acqua dei fiumi scorreva limpida. Adamo ed Eva avevano già passato la mattina a rincorrere farfalle, a intrecciare corone di fiori e a cercare il punto perfetto per schiacciare un pisolino sotto un albero di fico. La vita era bella, ma c’era un problema: era arrivata l’ora di pranzo.
Eva si fermò di colpo e si accarezzò lo stomaco. – “Adamo, ho fame.” Lui si guardò intorno, soppesando l’idea di raccogliere qualche frutto, ma lo avevano già fatto il giorno prima, e quello prima ancora. E poi, onestamente, cominciavano a stancarsi di quel menu monotono. Fu proprio in quel momento che il serpente fece la sua mossa. Sibilò da dietro un cespuglio e scivolò fuori con fare misterioso. – “Eva, ho qualcosa per te. Un’esperienza di gusto che cambierà tutto.”
Eva inarcò un sopracciglio. – “Tipo?” Il serpente si sollevò sulla coda e lasciò scivolare tra le spire una mela rossa e lucida. – “Assaggiala. È proibita, ma fidati… è una svolta.”
Eva la prese tra le mani e la osservò con attenzione. Poi sollevò lo sguardo verso il serpente. – “Una mela?” fece, visibilmente delusa. – “In un posto pieno di bontà? Mi aspettavo qualcosa di più… sostanzioso.”
Adamo, che nel frattempo aveva perfezionato la cottura su pietra, annuì con convinzione. – “Sai che c’è? La mela la teniamo per dopo. Ora ti faccio vedere io cos’è il vero peccato di gola.” Si girò verso il fuoco che aveva acceso poco prima e tirò fuori il suo capolavoro: un DABOL BURGHER. Due hamburger spessi e succosi, doppia provola filante e doppio guanciale croccante…
La carne sprigionava un profumo irresistibile, la provola colava perfettamente sui lati e il guanciale… beh, il guanciale parlava da solo. Eva lo guardò. Lui ricambiò lo sguardo. Un morso ciascuno. Poi un altro. E poi un altro ancora.
Il serpente rimase a fissarli, basito. – “Ma… e la mela?” balbettò incredulo. Adamo si leccò le dita e scrollò le spalle. – “Troppo leggera per noi.”
Dio, dall’alto, osservò la scena. Non disse nulla. Anzi, accennò un sorriso. Perché certe tentazioni, alla fine, sono troppo buone per essere punite.
E così, invece di essere cacciati, Adamo ed Eva rimasero in Paradiso. Con la pancia piena e la certezza che, se proprio devi trasgredire, fallo con gusto.
Perché questo gioco
FUD, tutta un’altra storia non è stato solo un esercizio di fantasia. È stato un modo per ribadire che le storie, come il cibo, non sono mai scritte una volta per tutte.
Abbiamo preso narrazioni eterne (da Antonio e Cleopatra fino a Romeo e Giulietta) e le abbiamo mescolate con il nostro linguaggio. Perché FUD fa proprio questo: rilegge la tradizione con ironia, prende il conosciuto e lo trasforma in qualcosa di accessibile a tutti.
Non si tratta solo di cambiare il finale. Si tratta di sfidare l’idea che esista un’unica versione delle cose. Di giocare con la cultura, con il cibo, con l’immaginario collettivo. Di ricordare che il cibo è più di un pasto: è un racconto, un’esperienza, un modo per stare insieme.
E magari, alla fine, scopriremo che un panino ben fatto può non solo mettere d’accordo Montecchi e Capuleti, ma anche ribaltare le regole del gioco.
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