Antonio e Cleopatra: con FUD tutta un’altra storia!
13 February 2025
La storia di Antonio e Cleopatra è uno degli amori più celebri e tragici della letteratura. La loro relazione, infatti, è fortemente intrecciata con la politica e il destino dell’Impero Romano e dell’Egitto del I secolo a.C.
Per la forza prorompente e l’esito distruttivo della sua evoluzione, questo amore è stato celebrato nei secoli da poeti, drammaturghi e artisti, come William Shakespeare, e in epoca moderna da numerosi film e opere d’arte, diventando di fatto immortale.
Antonio e Cleopatra hanno combattuto guerre, stretto alleanze e affrontato il giudizio di Roma per vivere il loro amore. Oggi vogliamo dar loro una seconda occasione.
Antonio e Cleopatra: Odissea nello spazio tempo
31 a.C. Alessandria è un braciere di tensione. Le navi di Ottaviano solcano il mare, minacciose, come avvoltoi in attesa. Nei corridoi del palazzo, le torce tremolano, mentre Marco Antonio calpesta il pavimento della sala del trono con passi furiosi.
— “Dobbiamo combattere fino alla fine!” tuona, e la sua voce rimbomba nella sala. Cleopatra, invece, è stranamente tranquilla.
Gli occhi neri come l’ossidiana brillano di una strana luce.
— “Oppure, possiamo sederci e mangiare qualcosa.”
Antonio sbatte i pugni sul tavolo. “MANGIARE? Stiamo per essere cancellati dalla storia e tu pensi al cibo?”
Lei sorride. Con un gesto lento, preme un sigillo incastonato nel bracciolo del trono. Un ronzio sordo vibra nell’aria. Il pavimento sotto di loro si illumina. Antonio si blocca. Gli ufficiali indietreggiano. D’un tratto, il soffitto della sala del trono si dissolve. Sopra di loro non c’è più il cielo d’Egitto, ma un vasto oceano di stelle. Dal nulla, appare un’enorme astronave dorata, decorata con geroglifici in movimento.
Antonio balbetta. “Cleopatra, che cos…?”
Un portale si apre. Dall’interno della nave, figure in armature scintillanti scendono silenziosamente. Sono alti, imponenti, con occhi d’oro e pelle blu iridescente. Cleopatra si alza e li saluta con un cenno del capo. Gli ufficiali romani impallidiscono. Uno sviene.
Antonio si gira verso Cleopatra, con occhi terrorizzati. — “CHI SONO QUESTI?”
— “La mia gente” risponde lei, serafica. “Pensavi davvero che fossi solo la regina d’Egitto? Io sono molto di più.”
Uno degli esseri alieni si avvicina e le porge un oggetto: un panino rotondo con una carne succosa, delle verdure mai viste e un profumo sconosciuto.
Cleopatra lo prende, lo solleva come un trofeo. — “Il futuro, Antonio. Il futuro è nei panini.”
Antonio, ormai incapace di ribellarsi alla follia della situazione, ne addenta uno con esitazione. Il sapore esplode nella sua bocca, qualcosa di mai provato prima. Le lacrime gli riempiono gli occhi. — “È… incredibile.”
Cleopatra sorride. — “Partiamo.”
In un istante, la luce li avvolge e li dissolve in un lampo. Il mattino seguente, Ottaviano entra ad Alessandria… ma Cleopatra e Antonio non ci sono più. Solo un messaggio inciso su una tavoletta d’oro: “Siamo andati a conquistare nuovi mondi. Buona fortuna con la vostra piccola guerra.”
Perché questo gioco
FUD, tutta un’altra storia non è stato solo un esercizio di fantasia. È stato un modo per ribadire che le storie, come il cibo, non sono mai scritte una volta per tutte.
Abbiamo preso narrazioni eterne (da Antonio e Cleopatra fino a Romeo e Giulietta) e le abbiamo mescolate con il nostro linguaggio. Perché FUD fa proprio questo: rilegge la tradizione con ironia, prende il conosciuto e lo trasforma in qualcosa di accessibile a tutti.
Non si tratta solo di cambiare il finale. Si tratta di sfidare l’idea che esista un’unica versione delle cose. Di giocare con la cultura, con il cibo, con l’immaginario collettivo. Di ricordare che il cibo è più di un pasto: è un racconto, un’esperienza, un modo per stare insieme.
E magari, alla fine, scopriremo che un panino ben fatto può non solo mettere d’accordo Montecchi e Capuleti, ma anche ribaltare le regole del gioco.
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