Dante e Beatrice: con FUD tutta un’altra storia!
20 February 2025
Dante e Beatrice: quando l’amore si sente nello stomaco
Se pensi che la storia d’amore tra Dante e Beatrice sia stata fatta solo di sospiri, versi struggenti e sguardi rubati lungo le strade di Firenze… beh, è tempo di riscrivere il copione. Perché dove c’è passione, c’è poesia, e dove c’è poesia, c’è cibo.
E se ti dicessimo che è stato proprio un panino a cambiare per sempre il destino della letteratura italiana?
Firenze, anno del Signore 1283. Il sole cala dietro le torri di Palazzo Vecchio, mentre Dante Alighieri, giovane poeta dall’anima inquieta, vaga per le strade della città con il cuore in subbuglio. Finalmente, dopo anni di sogni e versi dedicati a lei, può passeggiare accanto a Beatrice Portinari, la donna che ha ispirato ogni suo pensiero. I due giovani camminano lungo l’Arno, parlano di filosofia, di Firenze, di quanto sia bello perdersi nelle parole… ma poi, accade l’impensabile.
“Messere Dante,” dice Beatrice, fermandosi davanti a una piccola bottega di ristoro, “non trovate che la poesia dell’amore debba accompagnarsi alla poesia del cibo?” Dante la guarda, incerto. Lei, invece, ha gli occhi puntati su un’opera d’arte culinaria appena uscita dalle mani di un oste visionario: due fette di pane dorato, una succosa fetta di carne speziata, formaggio fuso e una salsa dal profumo celestiale. Beatrice batte le mani, con l’entusiasmo di una bambina. “Dobbiamo provarlo!”
Dante esita. Lui è un uomo di lettere, di concetti elevati. Può davvero lasciarsi tentare da un piacere così terreno? Ma poi Beatrice gli porge il panino con un sorriso che vale più di mille versi. E Dante cede.
Al primo morso, accade l’inaspettato: un’epifania.
I sapori si intrecciano come terzine perfette, la carne racconta una storia di passione, il formaggioè la perfetta armonia tra corpo e spirito. Beatrice ride. “Ora ditemi, poeta, può l’amore di una donna e l’amore per il cibo coesistere?”
Dante deglutisce, ancora rapito dalla rivelazione gastronomica. Poi annuisce solennemente. “Madonna, se il Paradiso ha un sapore, dev’essere questo.“
E così la storia cambia per sempre.
Da quel giorno, Dante capisce che la vita non è fatta solo di sogni irraggiungibili, ma di morsi intensi, di piaceri veri, di esperienze che toccano l’anima e il palato. E così, tra un canto e l’altro, tra un viaggio ultraterreno e una riflessione filosofica, il sommo poeta inserisce tra le righe della sua Commedia il più grande insegnamento mai tramandato: “Lasciate ogni dieta, o voi che entrate.”
E Beatrice? Lei ride, sapendo di aver dato al più grande poeta italiano il miglior argomento per le sue prossime rime.
Perché questo gioco
FUD, tutta un’altra storia non è stato solo un esercizio di fantasia. È stato un modo per ribadire che le storie, come il cibo, non sono mai scritte una volta per tutte.
Abbiamo preso narrazioni eterne (da Antonio e Cleopatra fino a Romeo e Giulietta) e le abbiamo mescolate con il nostro linguaggio. Perché FUD fa proprio questo: rilegge la tradizione con ironia, prende il conosciuto e lo trasforma in qualcosa di accessibile a tutti.
Non si tratta solo di cambiare il finale. Si tratta di sfidare l’idea che esista un’unica versione delle cose. Di giocare con la cultura, con il cibo, con l’immaginario collettivo. Di ricordare che il cibo è più di un pasto: è un racconto, un’esperienza, un modo per stare insieme.
E magari, alla fine, scopriremo che un panino ben fatto può non solo mettere d’accordo Montecchi e Capuleti, ma anche ribaltare le regole del gioco.
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